
Cuba e la guerra egemonica dell’Occidente contro gli “Stati canaglia”.

Un secolo di rivoluzioni. Percorsi gramsciani nel mondo. (Convegno di studi internazionale)
Università di Cagliari – Regione Autonoma della Sardegna – Comune di Cagliari
GramsciLab – Associazioni gramsciane sarde
Convegno internazionale per l’Anno Gramsciano
Cagliari 27-28 aprile 2017
Un secolo di rivoluzioni. Percorsi gramsciani nel mondo
A Century of Revolutions. Gramscian Paths across the World
Teatro Piccolo Auditorium
Piazzetta Dettori, Cagliari
Giovedì 27 aprile
ore15,00 – 19,30
Saluti
Maria Del Zompo, Rettore Università di Cagliari
Cecilia Novelli, Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni
Ignazio Putzu, Direttore del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
Massimo Zedda, Sindaco Comune di Cagliari
Paolo Frau, Assessore alla Cultura, Comune di Cagliari
Giuseppe Dessena, Assessore alla Cultura, Regione Sardegna
Rappresentanti Associazioni gramsciane
Intervento introduttivo
Patrizia Manduchi, DISSI e GramsciLab
1^ Sessione
ore 16,30 -19,00
Dall’agire rivoluzionario al populismo. Conflitti e rivoluzioni nel “secolo breve”
From Revolution to Populism: Conflicts and Revolutions in the “Short Twentieth Century”
discussant Mauro Pala
- Angelo D’Orsi, Università di Torino
Da Lenin al Sessantotto: le rivoluzioni del secolo breve
- Lea Durante, Università di Bari
Aleksandra Kollontaj e Clara Zetkin: per una genealogia femminista della Rivoluzione
- Michele Cometa, Università di Palermo
Gramsci e Benjamin: un’affinità postuma?
- Roberto Dainotto, Duke University, Usa
Vedi alla voce “Populismo”: l’attualità della lezione di Antonio Gramsci
Dibattito
ore 19,00 – 19,30
Venerdì 28 aprile
ore 9,00 – 19,30
Intervento introduttivo
Álvaro Marcelo García Linera, Vice Presidente della Bolivia
2^sessione
ore 9,30-11,00
Conflitti e rivoluzioni nel XXI secolo: prospettive epistemologiche gramsciane
Conflicts and Revolutions in the XXI century: Gramscian Epistemological Perspectives
discussant Sabrina Perra
- Guido Liguori, Università di Roma
Il concetto di rivoluzione in Gramsci, dall’Ottobre ai Quaderni del carcere
- Miguel Mellino, Università l’Orientale Napoli
Secolare, subalterno, postcoloniale. Decolonizzare il marxismo occidentale a partire da Gramsci
- Gilbert Achcar, SOAS, University of London
Morbid Symptoms: A Gramscian Perspective on Global Developments
Coffee break ore 11,00 – 11,30
3^ sessione
ore 11,30-13,30
Movimenti contro egemonici e rivoluzioni passive in Asia e America Latina
Passive Revolutions and Counter-hegemonic Movements in Asia and Latin America
discussant Francesca Congiu
- Gianni Fresu, Universidade Federal de Uberlandia, Brasile
Coutinho, traduttore e interprete di Gramsci. L’elaborazione di una teoria gramsciana sul Brasile
- Ana Maria Said, Universidade Federal de Uberlandia, Brasile
Rivoluzione e democrazia: l’eurocomunismo in Brasile nel crepuscolo della dittatura
- Kevin Gray, University of Sussex, GB
Beyond States and Markets: Late Development and Passive Revolution in East Asia
Dibattito
ore 13,30 – 14,00
4^ sessione
ore 15,30 – 17,30
Percorsi rivoluzionari in Medio Oriente
Revolutionary Paths in the Middle East
discussant Alessandra Marchi
- Massimo Campanini, Università di Trento
Gramsci e la ricerca dell’egemonia nel pensiero politico islamista contemporaneo
- Asef Bayat, University of Illinois, USA
Revolutions of the Neoliberal Times. From the Iranian revolution to the Arab Spring
- Gennaro Gervasio, Università Roma 3
La Rivoluzione Egiziana: una prospettiva subalterna
- Daniela Melfa, Università di Catania
Utopie rivoluzionarie e comunisti in Tunisia. Itinerari di un’élite
Dibattito e saluti finali
Comitato Scientifico :
Francesca Congiu (Università degli Studi Cagliari)
Gianni Fresu (Universidade Federal de Uberlandia, Brasile)
Patrizia Manduchi (Università degli Studi di Cagliari)
Alessandra Marchi (Università degli Studi di Cagliari)
Mauro Pala (Università degli Studi di Cagliari)
Sabrina Perra (Università degli Studi di Cagliari)

Ciclo di seminari: “Unità diseguale e relazioni coloniali. Letture gramsciane dal mondo arabo-mediterraneo all’America Latina”
“Gramsci Lab”
Laboratorio internazionale di studi gramsciani
Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni della Università di Cagliari
Anno accademico 2016/2017
Corso di Laurea DISSI della Professoressa Patrizia Manduchi
(info: gramscilab@gmail.com)
“AULAS ABIERTAS”
Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
Programma Visiting Professor 2016-17 Regione Autonoma della Sardegna
Ciclo di seminari
Unità diseguale e relazioni coloniali.
Letture gramsciane dal mondo arabo-mediterraneo all’America Latina
Visiting Professor Gianni Fresu (Universidade Federal de Uberlândia)
1
La Sardegna di Gramsci
Laboratorio e anticipazione della Questione meridionale.
(giovedì 4 maggio, ore 16:00/19:00)
Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni della Università di Cagliari, Viale S. Ignazio 78
2
Tra vecchio e nuovo
Crisi organiche, rivoluzioni e soluzioni autoritarie
(giovedì 11 maggio, ore 16:00/19:00)
Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni della Università di Cagliari, Viale S. Ignazio 78
3
Nazione e rivoluzione
Tradurre il marxismo in ogni formazione economico-sociale.
(giovedì 18 maggio, ore 16:00/19:00)
Dipartimento di Scienze Sociali e delle Istituzioni della Università di Cagliari, Viale S. Ignazio 78
Un secolo di rivoluzioni. Percorsi gramsciani nel mondo.

Libertà, uguaglianza e contenuto universale della democrazia.
Nel dibattito politico della sinistra di classe, essenzialmente nell’ambito dell’eurocomunismo, per molto tempo, si è discusso dell’esigenza di affermare il “valore universale della democrazia”, dunque di conciliare questo principio con i valori di uguaglianza e giustizia sostanziale propri del socialismo. E’ un discorso ineccepibile, che nasce dalle contraddizioni della nostra storia novecentesca ma che, purtroppo, a guardare la realtà concreta, rischia di apparire maledettamente astratto. Nella retorica democratica del mondo occidentale un punto su cui sempre si insiste è il primato della volontà popolare espressa nel voto, dunque il rispetto dei governi legittimamente eletti. Andando però a vedere bene cosa significa storicamente tutto ciò bisognerebbe aggiungere: “sempre che questa volontà e i governi da essa espressi stiano nel campo dei nostri valori” (primato delle leggi di mercato e tutela dell’ordine sociale nei termini classici di questo modo di produzione). La strategia della tensione da noi, il Cile di Allende, ma anche più recentemente la Bolivia, il Brasile e soprattutto il Venezuela ci dimostrano come il risultato del voto interessi ben poco i grandi santoni del mondo politico e intellettuale liberale, sovente, pronti a utilizzare qualsiasi mezzo, compresa la scorciatoia autoritaria dei colpi di Stato, per tutelare i propri interessi minacciati. Per tutte queste ragioni, è lecito credere nel valore assoluto della democrazia, ma solo in un contesto nel quale una o più classi non si trovino in una condizione di abissale vantaggio in termini di risorse economico-materiali di cui disporre nella competizione politica, sia per costruire il proprio universo ideale e rappresentativo, sia per, molto più prosaicamente, corrompere il mondo intellettuale e comprare chi è costretto dal bisogno. Insomma, possiamo fare affidamento sul valore universale della democrazia solo in un contesto nel quale il privilegio e la differenza economico sociale non siano di ostacolo all’effettivo esercizio dell’uguaglianza formale.

A dialética entre a chamada Globalização e o Estado nacional.
A dialética entre a chamada Globalização e o Estado nacional.
Gianni Fresu
“Revista Princípios”, n. 140, janeiro fevereiro 2016, pag. 65-74 (ISSN: 2358-0690), Editora Anita Garibaldi, São Paulo.
Os processos de mundialização da economia não são um fenômeno recente, mas uma tendência que atravessou em profundidade toda a fase de expansão da economia gerada desde a revolução industrial, e também, em formas diferentes, as fases precedentes. Não é casualidade o fato de Marx e Engels tratarem, já no Manifesto do Partido Comunista, do processo de internacionalização da produção, do consumo e do abastecimento das matérias primas. Uma condição de interdependência que determina novas exigências, envolvendo também a produção imaterial num processo que «das literaturas nacionais e locais se desenvolve para uma literatura mundial». Mas é, sobretudo, a própria universalização do modo de produção e distribuição burguesa que esclarece que a origem dos fenômenos geralmente definidos como “globalização” não é recente:
Com o rápido avanço de todos os instrumentos de produção, com as comunicações infinitamente mais cômodas, a burguesia atira na civilização a todas as nações mais bárbaras. Os baixos preços das suas mercadorias são a artilharia pesada com a qual derruba todas as muralhas chinesas e com que obriga à capitulação até a mais obstinada xenofobia dos bárbaros. Ela obriga todas as nações a adotar o sistema de produção da burguesia, ainda que não queiram introduzir nos seus países a chamada civilização, ou seja, tornarem-se burgueses. Numa palavra, ela cria um mundo à sua imagem e semelhança[1].